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D.M. 03/08/2006
-Considerato che in data 20 marzo 2006 è stata affissa all'Albo pretorio del comune di Collesalvetti, in provincia di Livorno, e ne è stata data notizia sul sito informatico del medesimo comune, la proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico per l'area situata in località frazione di Nugola, formulata ai sensi degli articoli 138, 139, 140 e 141 del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 e successive modifiche e integrazioni, come comunicato alla Direzione generale per i beni architettonici e paesaggistici dall'amministrazione comunale con nota prot. n. 7234 del 21 marzo 2006 e dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Toscana con nota prot. n. 03127 del 24 marzo 2006;
- Considerato che con la suddetta nota la medesima Direzione regionale ha richiesto alla regione e agli altri enti pubblici territoriali nel cui ambito ricade l'area da assoggettare a tutela, di pubblicare sui propri siti informatici, ai sensi dell'art. 139, comma 2, del suddetto decreto legislativo n. 42/2004, la notizia dell'avvenuta proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico e della relativa pubblicazione all'Albo pretorio comunale;
- Considerato che, ai sensi dell'art. 139, comma 2, del citato decreto legislativo, con nota prot. n. 03412 del 31 marzo 2006, la Direzione regionale ha comunicato alla Direzione generale l'avvenuta pubblicazione, in data 24 marzo 2006, dell'avviso al pubblico della proposta di vincolo su due quotidiani a diffusione locale («La Nazione» e Il «Tirreno») e su un quotidiano a diffusione nazionale («La Repubblica»), nonchè l'avvenuta comunicazione sul proprio sito informatico;
- Considerato che sono pervenute osservazioni ai sensi dell'art. 139, comma 5, del decreto legislativo n. 42/2004, presentate dal comune di Collesalvetti, dal Direttore dell'APT - Azienda per il Turismo Costa degli Etruschi, dal Presidente della provincia di Livorno, dall'Azienda Agricola Agrituristica Venatoria Acquaviva Bellavista S.r.l., dall'Azienda Agricola Agrituristica Venatoria «Le Arcate S.r.l.», dalla Tenuta Belvedere S.r.l., dal geom. Valerio Morelli;
- Viste le valutazioni alle suddette osservazioni, trasmesse alla Direzione generale per i beni architettonici e paesaggistici dalla Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico per le province di Pisa e Livorno e dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Toscana;
- Considerato che a seguito delle osservazioni pervenute, la citata Direzione regionale, sentita la Soprintendenza di settore, con nota prot. n. 07796 del 21 luglio 2006, ha comunicato alla Direzione generale per i beni architettonici e paesaggistici quanto segue: «In riferimento alla nota prot. n. 2100 dell'11 luglio 2006 della Soprintendenza per i beni architettonici ed il paesaggio per le province di Pisa e Livorno, pervenuta via fax a questa Direzione regionale e acquisita in protocollo al n. 7577 del 17 luglio 2006, con la quale la Soprintendenza medesima ha trasmesso le proprie modifiche ed integrazioni alla proposta in oggetto, riportate in una nuova stesura della relazione di accompagnamento al provvedimento di dichiarazione di notevole interesse pubblico, questa Direzione regionale condivide le modifiche apportate alla relazione medesima, in particolare nella parte indicata come misure di conservazione, in quanto esse sostanzialmente sono state introdotte per tenere nel dovuto conto le osservazioni presentate dagli interessati, quali ad esempio la richiesta di eliminazione di ogni riferimento a procedure di «concordamento» preventivo con la Soprintendenza territorialmente competente, in quanto procedure non previste dalla normativa vigente. Nel nuovo testo pertanto si è cercato di dettagliare maggiormente le misure medesime per incrementare il grado di oggettività nella procedura di valutazione della compatibilità paesaggistica. Tuttavia si ritiene opportuno segnalare alcune piccole modifiche che, a parere di questa Direzione regionale, potrebbero essere utilmente apportate al testo della relazione definitiva da allegare quale parte integrante del provvedimento di dichiarazione di notevole interesse pubblico»;
- Considerato che la Direzione generale per i beni architettonici e paesaggistici, a conclusione dell'iter istruttorio, con relazione prot. n. DG BAP S02/34.07.13/14099/2006 del 26 luglio 2006, visionati gli atti, la cartografia e la documentazione fotografica prodotta, ha concordato con i pareri espressi dalla suddetta Direzione regionale, a seguito dell'istruttoria condotta dalla Soprintendenza di settore, confermando l'urgenza e la necessità di sottoporre l'area in questione ad un idoneo provvedimento di tutela ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42, al fine di garantirne la conservazione e di preservarla da interventi che potrebbero comprometterne irreparabilmente le pregevoli caratteristiche paesaggistiche e il valore identitario rispetto al contesto territoriale di appartenenza;
-Considerato che, secondo la relazione inoltrata dalla Soprintendenza di settore per il tramite della Direzione regionale, l'area situata in frazione di Nugola, nel comune di Collesalvetti, in provincia di Livorno, meritevole del riconoscimento di notevole interesse pubblico oggetto della richiesta, fa parte del «territorio inglobato nell'ambito della Repubblica Pisana nel periodo contenuto tra il 1109 e il 1406 quando Pisa perse la sua indipendenza fu annesso alla Repubblica di Firenze e così, i tredici comuni di Collesalvetti rientrarono nella Capitania del Porto Pisano. Suddiviso in tante piccole "Curtes" che si avvaleva di un amministratore o di un rappresentante o "gastaldo";
-il signore della "curtis" era proprietario di gran parte delle fattorie e dei terreni nell'ambito della giurisdizione. Quando Livorno ebbe uno statuto speciale e fu costituito in Capitanato Vecchio e inglobava anche una porzione delle Colline Livornesi, tutto il territorio di Collesalvetti rientrante nella Podesteria di Rosignano entrò a far parte del Vicariato di Lan. Il gran numero dei comuni, centri abitati e fattorie isolate erano già presenti nelle Colline Livornesi nei secoli XII e XIV. Con il 1348 iniziò un periodo di riduzione demografica, sia cittadina che rurale, in conseguenza della prima epidemia. Il pascolo e gli ulivi erano probabilmente la maggior risorsa agricola della zona e talvolta un oliveto era chiamato "chiudendo di olivi". La viticoltura era inframmezzata tra campi e boschi. Presente e diffusa era la "Campia", lotto di terreno adibito alla produzione di cereali;
-talvolta il termine "fornace" stava a significare anche la presenza di tale attività sulle colline Livornesi. L'evoluzione edilizia vede nel XV secolo la "villa di campagna" come concretizzazione di interventi cittadini sul territorio, si moltiplicano le case coloniche e nasce l'embrione di fattoria;
- dall'antica "casa da signore" si giunge ad un centro direttivo e di organizzazione economica sul piano produttivo, amministrativo e commerciale. Nei secoli successivi fino ad oggi il sistema collinare è organizzato e gerarchizzato in centri principali come le fattorie, le tenute ed in centri minori con l'aggregazione di case poderali intorno a ville di campagna. Nelle zone pianeggianti il sistema insediativo si è sviluppato con particolare attenzione alla regimazione del sistema fluviale;
-vaste zone sottratte alle acque stagnanti con il sistema delle colmate sono state utilizzate per appoderamenti relativi a colture intensive. La colmata ed altre opere idrauliche sul territorio con deviazioni di canali hanno segnato l'orografia del territorio medesimo. Ulteriori trasformazioni territoriali si possono individuare anche nei processi di modificazione vegetazionale e colturale delle zone collinari. I primi insediamenti nascono e si sviluppano proprio all'interno di questo esteso sistema vegetazionale in ragione dell'utilizzo del legname, anche per fini di trasformazione in combustibile. La proprietà dei boschi era in origine feudale, poi comunale, infine granducale con la politica di allivellazione lorenese, rimasero di proprietà pubblica solo le zone più lontane e di difficile collegamento. Durante tutto il periodo tra il sec. XVIII-XIX furono operati vasti disboscamenti delle zone collinari più prossime ai centri abitati per l'utilizzazione del legname, appoderamenti e la messa a coltura di ampie zone. Dalla seconda metà del `700 alla prima metà dell`800 la riforma agraria dei Lorena operò cambiamenti sia nell'aspetto paesaggistico: abbattimento di boschi, apertura di nuovi percorsi (acciottolando quelli più battuti), tracciamento dei campi e le sistemazioni dei terreni, sia nel tessuto antropico con la realizzazione e l'evoluzione di una edilizia rurale di qualità: fattorie datate 1750-1800, comportando emergenze storico-culturali di notevole interesse, che mirano ad uno sviluppo economico e sociale significativo per tutto l'ecosistema agro-rurale, protrattosi e rimasto attivo fino agli anni ottanta del secolo scorso. Uno dei problemi per le famiglie contadine restava l'approvvigionamento idrico: quando è possibile la casa veniva dotata di un pozzo o di una cisterna per la raccolta di acque piovane. Le pietre raccolte nei campi o nel greto dei torrenti non bastavano per costruire edifici, terrazzamenti e muri a secco, e talvolta occorreva coltivare cave e costruire fornaci, (attualmente vi è solo una cava dismessa e in disuso). Da un punto di vista geo-botanico il territorio dei Monti e Colline Livornesi è caratterizzato dalla presenza di una serie di complessi geologici, quale l'Alloctono Superiore (Giurese Inf. - Cretaceo Inf.) da affioramenti di rocce ofiolitiche, che sono presenti con Basalti del Giurese Sup., e da formazioni calcareo- argillose che determinano un substrato discontinuo ma generalmente alcalino e comunque un aspetto geo-morfologico interessante, particolare e di qualità. L'ambito climatico di riferimento utile per una valutazione della componente vegetazionale è del tipo "subumido asciutto", privo delle caratteristiche di oceanicità più vicino ai regimi asciutti maremmani, e il fattore orografico non comporta un sostanziale aumento di umidità grazie all'esposizione e al la conformazione del sito. La copertura vegetazionale del territorio pisano-livornese nella sua massima espressione evolutiva è la lecceta o fustaia di Leccio (Quercetum ilicis), in origine diffusa prima di essere sostituita dagli odierni "forteti", compagini arboree compatte al limite della impenetrabilità, formatisi in seguito al taglio delle leccete che ha infatti determinato il passaggio alla macchia alta. I segni di recessione del bosco sono indicati sia dalla comparsa del corbezzolo (Arbutus unedo) sia dall'aumento di specie nella composizione di soprasuoli, con la presenza di specie arbustive e alto-arbustive. A queste aree vanno aggiunte delle micro-zone prospicienti le strade, percorsi interni, edifici esistenti, dove la presenza continua dell'azione antropica ha determinato una situazione consolidata in cui la vegetazione è caratterizzata da specie erbacee basse. L'attuale assetto vegetazionale dell'area è il risultato combinato delle naturali tendenze della vegetazione, dell'azione antropica e di fattori limitanti come l'azione di venti dominanti. Le aree che raggruppano il sistema dei Poggi presentano caratteristiche di naturalità con situazioni di pregio e interesse naturalistico, che sui versanti mantengono la variabilità della macchia mediterranea. Prevalgono a tratti eriche (Erica arborea), cisti (Cistus incanus) o macchia a ginestra (Spartium junceum) e specie arbustive endemiche di interesse naturalistico come le Filliree (Phillyrea latifolia, Phillyrea angustifolia), i Ginepri (Juniperuss spp.), il Viburno (viburnum tinus), il Corbezzolo (Arbutus unedo), il Lentisco (Pistacia lentiscus) e il Mirto (Myrtus communis). Il sistema collinare intorno al Poggio Belvedere presenta le "invarianti strutturali del territorio" segni atti a garantire uno sviluppo sostenibile sia dell'area stessa, che di quei processi che interagendo possono adattarla a interventi compatibili. L'analisi focalizzata sulle "risorse territoriali naturali" con scarso intervento antropico, aree boscate, corsi d'acqua, borghi rurali, fattorie e case coloniche, ci restituisce un paesaggio tipicamente collinare dell'area pisano- livornese. I fabbricati rurali, testimonianza di cultura contadina, sono percepibili grazie alla presenza di alberi «monumentali» (Cupressus Sempervirens) posti lungo i viali, lungo le strade interpoderali, come elemento di deli mitazione delle geometrie agricole, e posti come ornamento delle rispettive aie;
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Beni culturali, Bonifica, Caccia e pesca, Inquinamento,
Risorse idriche, Parchi, Cartografia, Paesaggio, Rifiuti, Zone protette
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Amministrazione, Catasto, Certificazione, Comuni, Concessioni,
Enti locali, Protezione civile, Università
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Agricoltura, Artigianato, Alberghi, Balneazione, Spettacolo, Turismo
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Agricoltura, Artigianato, Alberghi, Balneazione, Spettacolo, Turismo
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Energia, Energie Alternative
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Costruzioni, Edilizia, Strutture, Impianti, Lavori, Materiali, Opere pubbliche,
Appalti, Contabilità, Barriere architettoniche
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Condomini Immobili Locazioni
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Sicurezza, Prevenzione incendi, infortuni, impianti
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Norme non incluse nelle categorie precedenti
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